lunedì 13 aprile 2009

A mia sorella Nunzia



La sera era scesa,
c’era un tremar di stelle
nel cielo, aspettante
la luna.
Taceva la casa…
Gli occhi vaganti nell’ombra
rosata
che pigra scendeva
dal lume velato.
La mamma vegliava,
poi, un urlo improvviso,
lacerante
quella pace frantuma,
ancora un fragoroso rovinio
e ancora un grido
che nessuno ha sentito,
nessuno…
fuorché Dio.

1 commento:

  1. In quesi versi si legge con estrema chiarezza tutta la drammaticità di quel momento. Essi riescono quasi a farti partecipare all'evento luttuoso. Per questo, ma anche per le altre tue composizioni non psso che dire sei bravo veramete.
    Complimenti ancora.

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Grazie,
Antonio